Affidamenti diretti bandi pubblici 2018 fermi al 3%

By redazione

Sono stati condivisi i dati sugli affidamenti diretti bandi pubblici 2018 ed hanno mostrato che questi si sono fermati al 3%. I dati ufficiali sono stati pubblicati dall’Onsai, ovvero dall’Osservatorio Nazionale sui Servizi di Architettura e Ingegneria. La percentuale degli affidamenti diretti è stata inferiore nel corso del 2018 rispetto a quella registrata dalle procedure ristrette, le quali sono state in grado di ottenere il 5% dei bandi complessivi. Nel 2018 si è preferito optare per le procedure negoziate e per le procedure aperte, le quali infatti hanno registrato rispettivamente il 51% ed il 40% del mercato dei bandi pubblici.

Per il 2018 sono stati presi in analisi 380 bandi pubblici, allo scopo di valutare i punti di forza e le criticità del nuovo sistema. Quello che emerge da questa analisi – stando a quanto affermato dal Consiglio nazionale – è che si è avuto nello scorso anno un miglioramento evidente rispetto ai punti deboli del sistema messi in evidenza nel 2017. Un fattore determinate il miglioramento – continuando a riferirsi all’analisi dello stesso Consiglio nazionale – è stato il decreto legislativo 56/2017, ovvero il decreto correttivo del codice degli appalti.

L’Onsai ha utilizzato una sorta di checklist per valutare in maniera più oggettiva la situazione e confrontarla con quella del 2017. La lista ha preso in analisi le principali criticità rilevate nelle precedenti analisi e ha valutato la loro presenza anche nei bandi di gara del 2018. Quello che è emerso è che tutti i punti della lista hanno visto una riduzione in termini di percentuale, ad indicare un miglioramento generale della situazione. Gli unici punti della lista che hanno registrato un lieve aumento sono due: mancata segnalazione della motivazione che ha portato a scegliere il prezzo minore (6% dei bandi ne erano sprovvisti) e richiesta non corretta dei servizi di punta (ha coinvolto l’1% dei bandi analizzati). Una menzione speciale va alla regione Sicilia, che è stata in grado di rinnovare il settore dei bandi pubblici. Questo rinnovamento si è ottenuto realizzando un modello di bando tipo da utilizzare per l’assegnazione dei lavori e che può essere sfruttato anche dalle aziende che hanno bisogno di affidarsi a dei liberi professionisti.

Lo scopo di questo modello di bando – che si spera sarà introdotto presto anche in molte altre regioni italiane – è di promuovere una competizione corretta e di aumentare la trasparenza del processo di selezione, anche quando questo riguarda i liberi professionisti che si candidano per vincere un appalto. Il dato degli affidamenti diretti bandi pubblici 2018 fermo solo al 3% è dunque molto positivo, perché è segno che il mercato è aperto a tutti e che tutti possono avere la possibilità di entrarvi a far parte, anche vincendo appalti per opere pubbliche di notevole importanza e di alto valore economico. E’ la trasparenza che deve guidare la crescita dell’economia del nostro paese, una trasparenza che deve iniziare necessariamente dal settore delle opere pubbliche, più volte criticato per delle assegnazioni dubbie di opere pubbliche ad aziende senza i requisiti migliori disponibili in circolazione.